"Coloriamoci di lilla”, perché non vengano meno l’impegno e la consapevolezza nei confronti delle problematiche legate ai disturbi dell’alimentazione, come anoressia e bulimia.
È l’invito della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla: un’occasione per riflettere su una tipologia di problemi sempre più presenti tra giovani e giovanissimi (l’esordio avviene generalmente in età evolutiva), e che coinvolgono inevitabilmente, oltre a ragazze e ragazzi, le loro famiglie.
Nel 2019, in Emilia-Romagna, sono stati 1.843 i pazienti presi in carico per disturbi del comportamento alimentare, tra Centri di salute mentale (1.481) e Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza (362). Sul totale, 1.671 (vale a dire il 90,7%), è di sesso femminile, mentre i maschi sono 172 (il 9,3 %). La percentuale maschile sale leggermente (e raggiunge il 14%) tra i giovani seguiti nelle Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza. Per quanto riguarda le fasce d’età, i tre quarti di questi pazienti (1.410, pari al 76,5%) si colloca nei “trent’anni di vita” che vanno dai 14 ai 45 anni; quasi un terzo (565, il 30,7%) si concentra nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni: i cosiddetti “sette anni neri” dei disturbi alimentari. Alcune situazioni diventano così gravi da richiedere il ricovero ospedaliero: circa 500 l’anno. Ma la possibilità di uscirne c’è: sempre nel 2019, sono stati 419 i pazienti dimessi per aver superato il problema.
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